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Allocchio Bacchini 547 anno 1945 nazionalità Italiana

Come da tradizione, anche in questo modello l'Allochio Bacchini non fù da meno nel proggettare un'elegante forma del mobile a scala parlante sdoppiata.

 

Allocchio Bacchini 547 anno 1945 nazionalità Italiana

 

Allocchio Bacchini 547 anno 1945 nazionalità Italiana

 

Allocchio Bacchini 547 anno 1945 nazionalità Italiana

Vista posteriore, si può notare la raffinatezza dell'alimentatore separato dal resto del telaio. Le valvole partendo da sinistra, sono le seguenti: 6TE8G, 6K7G, 6Q7G e dietro la 6V6G; la rettificatrice sopra l'alimentatore è la 5Y3G. La sintonia è a permeabilità con il gruppo AF Nova P1.

 

Allocchio Bacchini 547 anno 1945 nazionalità Italiana

Vista laterale della parte posteriore: i cablaggi che vanno all'altoparlante, sono stati sostituiti con altri d'identico colore e materiale isolante, per via che i vecchi avevano la parte isolante dura e screpolata, molto pericoloso se si pensa che il poderoso l'altoparlante è elettromagnetico ed arrivano alla bobina circa 280 volt di tensione!!

Schema apparecchio e gruppo Nova P1, norme per la taratura MF e AF  (download 1,12 mb)

 

Gruppo Nova P1

 Gruppo Nova P1 visto da sotto il telaio

 

Allocchio Bacchini 547 anno 1945 nazionalità Italiana

 

Allocchio Bacchini 547 anno 1945 nazionalità Italiana

 

Allocchio Bacchini 547 anno 1945 nazionalità Italiana

 

Allocchio Bacchini 547 anno 1945 nazionalità Italiana

 

Una elegante

ALLOCCHIO BACCHINI 547

 

Questo modello fu prodotto dalla prestigiosa casa prodruttrice Allocchio Bacchini a metà degli anni ’40. Con lo stesso telaio 547 fu equipaggiato anche il radiofonografo mod. 536. Dall’aspetto “imponente”, tipico delle radio in legno di quel periodo, si distingue per un elegante designe dovuto allo sdoppiamento sia della scala parlante che della griglia del cono. La parte anteriore del mobile è in radica di noce come per il resto, ma con tonalità più scura. Il retro in masonite, offre ampi spazi per il raffreddamento delle valvole. Quattro manopole ben dimensionate in bachelite assicurano la completa operatività del ricevitore. A partire da sinistra troviamo l’interruttore associato al controllo di tono, il volume, il cambio gamma e la sintonia. La 547 riceve in OM suddivisa in due gamme, da Khz 500 a 920 e da 900 a 1600 , in OC suddivise in 3 gamme da metri 15 a 23, da 23 a 36 e da 36 a 54; inoltre è presente la posizione fono.

 

CIRCUITO ELETTRICO

 

In relazione al difficile periodo bellico e post-bellico che stava attraversando l’Allocchio Bacchini, sì trovò a non poter produrre in proprio alcune parti circuitali; i progettisti dovevano immettere sul mercato un prodotto che comunque, come da tradizione, potesse dare una continuità di garanzia tecnica della casa Milanese. La soluzione adottata per questo modello fu l’utilizzo del gruppo di AF prodotto da una nota azienda Italiana, la Nova, ed esattamente il modello a permeabilità variabile “Nova P1”. Esso fu adottato con successo anche da altre case produttrici come La Voce del Padrone nel mod. 406 e la Unda mod. R55/1.

Il circuito è inglobato all’interno di un piccolo chassis di metallo chiuso ai lati da due piastrine di bachelite. Guardandolo bene si può dedurre che all’epoca una soluzione del genere fu alquanto innovativa e un pò madre di ciò che avviene oggi per l’assemblaggio dei moderni radio TV, con scatole e schede complete di tutti gli attacchi; infatti, sulle piastrine di bachelite si trovano i contatti per il fono (n°4,5,18), la placca oscillatrice (n°7), la griglia oscillatrice (n°3) e la terra (n°1). Nella parte superiore ci sono cinque compensatori dell’oscillatore locale e cinque compensatori d’antenna, tanti quante sono le bande. Sul retro sono presenti una vite rossa per il padding OM1 ed una verde per l’OM2. Nella parte anteriore c’è il commutatore di gamma a cinque posizioni più fono ed il comando di sintonia che trasmette  il movimento ai quattro imponenti induttori variabili. Anche il commutatore di gamma risulta innovativo in relazione al periodo in cui fu prodotta la 547: invece di essere a contatti rotanti, la commutazione avviene tramite dei perni dentati dell’asse cambio gamma, disposti come se fosse un tamburo di un carillon: essi azionano delle levette ricurve che vanno a premere con la punta le corrispondenti lamelle, provocando la chiusura o l’apertura del circuito. Il vantaggio è nell’immediata azione del contatto, eliminando i  cosiddetti “scrocchi”, molto frequenti nei commutatori rotanti, ed all’acquisizione di una certa scorrevolezza e morbidezza nella manovra di rotazione. I quattro grossi induttori variabili di sintonia sono esattamente due per l’oscillatore locale (OM OC) ed altrettanti per l’entrata dell’AF (OM OC).  E’ presente, all’entrata dell’aereo, un semplice ma efficace filtro passa basso posto tra l’uscita del condensatore d’aereo da 5000 pF e la massa: è composto da un condensatore da 200pF posto in serie ad un’induttanza variabile, la quale fuga a massa tutte le frequenze al di sopra della massima ricezione della 547 (21 MHZ, 15 metri), le quali potrebbero arrecare interferenze e disturbi alle stazioni ricevute. Da una prova effettuata, si è dimostrato un più che valido sistema per sopprimere quei disturbi che di solito vengono generati dall’uso abituale di  elettrodomestici nelle abitazioni, oltre ad imprimere una certa pulizia al segnale ricevuto, senza per nulla intaccare la sensibilità del ricevitore. Il tipo di circuito è a supereterodina a quattro valvole con la 6TE8 oscillatrice/convertitrice, la 6K7G amplificatrice MF, la 6Q7G un doppio triodo per rivelare e preamplificare la BF oltre a rilevare il segnale per il C.A.V., la 6V6G come amplificatrice di BF; ad alimentare il circuito provvede un trasformatore di alimentazione con la valvola rettificatrice 5Y3G che come i ricevitori di classe più prestigiosa, è ubicato separatamente dal telaio e connesso tramite un possente spinotto maschio/femmina a sei poli. L’altoparlante è del tipo “elettrodinamico” con una grossa bobina di carico da 1350 Ohm la quale,  attraversata dalla corrente anodica della 6V6G, permette lo spostamento della bobina mobile al fine di riprodurre i suoni.

 

RESTAURO ELETTRICO

 

La radio si è presentata ai miei occhi in buono stato, al punto che il mobile ha necessitato di piccoli interventi di ritocco oltre ad una buona pulizia generale. La parte elettrica, completa di tutto, era non funzionante. Ho iniziato con lo smontaggio dell’alimentatore posizionato separatamente dal telaio ed esattamente alla sua destra dalla parte retrostante della radio; ho proseguito con l’altoparlante fissato da quattro viti a legno ed infine, tolte le manopole, lo chassis. Per agevolare il restauro elettrico, ho provveduto a smontare la grossa e pesante scala parlante, composta da due vetri serigrafati sovrapposti da 2,5 mm. l’uno!!! Finalmente era arrivato il momento magico di analizzare il circuito ed organizzare al meglio il restauro. La prima conclusione è stata che qualcuno prima di me aveva tentato di ripristinare il funzionamento un po’ malamente e senza risultati, fortunatamente senza arrecare danni di sorta. In un primo momento se l’era presa inutilmente con i trasformatori di media frequenza sfilando i nuclei per non togliere la gommalacca che bloccava la vite di taratura; inoltre era stata pasticciata, e non poco, parte del cablaggio, molte saldature fatte alla rinfusa, orribili resistenze moderne, condensatori al poliestere di tipo moderno incollati sullo chassis, oltre all’uso di normale nastro isolante da cartoleria al posto di tubetti isolanti. A quel punto decisi di sfruttare l’unica cosa positiva per un primo test del circuito: i componenti sostituiti erano perfettamente efficienti, compresi gli elettrolitici di filtro. Dopo una paziente ispezione e ripristino a schema del cablaggio con saldature annesse, ho verificato con il tester la continuità dell’avvolgimento del trasformatore d’alimentazione, quello d’uscita, la bobina di carico del cono, ed ho riposizionato provvisoriamente i nuclei delle MF. Era ovvio che non mi aspettavo che ricevesse, ma volevo vedere se dava segni di vita. Con il cambia tensione a 220 volt ho alimentato il circuito a 125 volt al fine di verificarne malfunzionamenti senza il pericolo di danneggiare qualcosa, ripristinando in maniera graduale la funzionalità di alcuni condensatori ancora efficienti ma originali della radio. Dopo circa quindici minuti ho innalzato la tensione a 160 volt e dopo altri dieci minuti ho finalmente dato la 220 volt ed un bel crack, che ho provocato tramite una passata di cacciavite al centrale del potenziometro del volume, era il segno che la BF funzionava. A quel punto ho verificato le MF dopo il reinserimento nella loro sede dei nuclei: come immaginavo, all’esame dell’oscillatore modulato risultavano fuori allineamento, le quali avrebbero dovute essere accordate a 465 Khz. Rimossi nuovamente dalla loro sede i nuclei, ho provveduto ad un loro bagno in alcool a 90° per permettere lo scioglimento della gommalacca che ne impediva la rotazione di taratura. Una volta libera la vite, sono stati riposizionati in maniera definitiva senza fare uso di colle: è stato sufficiente inserire una strisciolina di carta per fissarle quel tanto che basta onde evitare futuri spostamenti dalla sede. Con gli induttori di sintonia chiusi e banda in OM1, ho cercato di ripristinare la taratura originale agendo solo su ciò che era stato mosso dal precedente e simpatico signore, iniziando dalla seconda bobina della seconda MF ed a seguire dalla seconda bobina della prima MF senza toccare le prime delle due MF che in un primo momento sembravano fissate, come in origine, dalla gommalacca. Il risultato momentaneo è stato buono, in merito al fatto che le MF incriminate dal precedente signore non erano la causa dell’ammutolimento della radio. Un altro intervento l’ho effettuato sulla bobina del filtro passa/basso descritto in precedenza: è probabile che per un falso contatto sia stato accorciato di una spira, e precisamente dalla parte che và a massa; ho ripristinato tramite saldatura a stagno il collegamento sicuro di poter compensare l’esatto accordo della spira mancante tramite il nucleo toroidale presente al suo interno per la taratura. Non essendo in accordo, avrebbe potuto essere d’impedimento alla ricezione delle stazioni: ho provveduto alla sua disattivazione staccando il condensatore d’accoppiamento con il filtro dalla parte dell’aereo, rimandando la taratura a ricezione ripristinata. Quindi, BF a posto, MF ripristinata, la radio non riceveva neanche i segnali di AF iniettati con l’oscillatore modulato. E forse era stato questo il motivo di tutto il “pasticcio” combinato precedentemente dal simpatico riparatore al fine di trovarne il guasto, ma tutto ciò era risultato vano. La mia impressione principale stava prendendo, mano a mano corpo: la radio non oscillava e quindi non c’era battimento di frequenza. L’unica cosa rimasta da verificare erano i collegamenti, fini come capelli, degli induttori variabili all’interno del gruppo di AF Nova P1. Lente alla mano, ho iniziato ad ispezionare a vista ed uno per uno, tutto il groviglio dei collegamenti tipici degli induttori, senza alcun risultato; come ultima carta era rimasta la verifica di questi “capellini” tirandoli molto delicatamente…….è stata l’ultima ma la vincente! Il filo apparentemente più sano e ben saldato si era staccato mascherandosi alla perfezione dietro la linguetta a cui doveva essere collegato; schema alla mano, era il collegamento che, tramite commutazione, collegava gli induttori OM OC al circuito oscillatore: la contentezza per l’intuizione iniziale e la conferma del tipo di guasto era molta. Ho quindi provveduto a risaldare sul piedino della commutazione questo esile filo, tramite saldatore a pistola sottoalimentato, al fine di evitare uno scioglimento e conseguente accorciamento dello stesso. A quel punto ho verificato la ricezione con l’oscillatore modulato su tutte le bande con esito positivo. Ma nonostante ciò, era priva della dovuta sensibilità per poter ricevere le stazioni locali; ho aumentanto l’antenna collegando il filo ad una scaffalatura metallica, e finalmente riuscivo ad udire le stazioni radio in OM. In seguito ad una verifica, questa scarsa sensibilità era causata:

1 - dalla valvola 6Q7G in via di esaurimento;

2 – non mi ero accorto, per la presenza di una moltitudine di fili sopra di esso, che il mio simpatico predecessore, aveva anche tentato di girare il nucleo di ferrite del primo trasformatore della seconda media frequenza posto sotto il telaio, facendolo scivolare all’interno della sua sede di qualche mm.,: la banda passante della MF era troppo ampia, penalizzando di molto la sensibilità in sia in OM, e quasi nulla in OC. Inoltre, era totalmente aperto il condensatore posto in parallelo sempre al primo trasformatore della seconda media frequenza da 200 pf ed è stato sostituito ed occultato con uno analogo ceramico. Riposizionato il nucleo in sede, è stato sufficiente un piccolo ritocco,  al fine di permettere una ottimale ricezione anche in OC.

Ritornando da dove avevamo lasciato, visto che il ricevitore approntato provvisoriamente era funzionante, ho provveduto a smontare le valvole per iniziare la pulizia del telaio; difatti anche altre parti come il grosso trasformatore d’uscita, erano ricoperti da un velo di ruggine. Con uno straccio imbevuto di petrolio rettificato, ho iniziato una prima rimozione della sporcizia seguita da una abbondante passata di spazzola a setole metalliche per scarpe in camoscio, rimuovendo molto bene la sporcizia e le tracce di ruggine senza rovinare il metallo dello chassis; per togliere la polverina generata dallo strofinamento della spazzola, ho passato di nuovo uno straccio imbevuto di petrolio rettificato. Stesso trattamento per il trasformatore di alimentazione che, come già detto in precedenza, è separato dal resto del telaio. Ho proseguito spruzzando del disossidante per contatti all’interno dei potenziometri tono, volume, interruttore ed i contatti delle commutazioni del gruppo AF Nova P1. Per il restauro elettrico ho iniziato a sostituire i tre orribili condensatori di fuga AF da 50.000 pF al poliestere incollati dal nostro simpatico signore allo chassis con altri tre ceramici dall’aspetto tipico anni ’40, restituendo finalmente l’impatto di originalità al circuito. Ho preferito non mettere condensatori a carta d’epoca perché, anche se nuovi di fabbrica, il tempo è stato inesorabile nel renderli poco affidabili in termini di prestazioni e capacità; sono stati utilizzati solamente laddove la variazione di capacità è ben tollerata e sono presenti basse tensioni di lavoro. Ho proseguito cambiando gli elettrolitici di filtro, una da 10mF ed uno da 22mF, capacità leggermente superiore ai tre originali a carta, uno da 8mF e due in parallelo per un totale di 16mF. Anche se ancora efficiente, ho preferito sostituire anche la resistenza di catodo della valvola 6V6G da 315 ohm, vista la sua condizione di lavoro caratterizzata da un notevole passaggio di corrente durante il funzionamento, compreso il condensatore elettrolitico da 10mF posto in parallelo: ho svuotato il barilotto vecchio con  occultazione del nuovo al suo interno. Come è solito essere in perdita, ho cambiato il condensatore da 10.000pF che disaccoppia la bassa frequenza tra l’anodo della 6Q7G e la griglia della 6V6G. Ho proseguito sostituendo anche un altro da 10.000pF posto tra l’entrata della griglia di controllo della 6V6G ed il contatto laterale del potenziometro che tramite rotazione gestisce il controllo delle tonalità della bassa frequenza. E’ stato sostituito il condensatore da 5.000pF che accoppia la griglia di controllo della 6Q7G al centrale del controllo di volume. Sostituito il condensatore da 10.000pF che disaccoppia una fase della tensione di alimentazione ed il telaio metallico del ricevitore. Un altro segno del simpatico signore che aveva tentato di ripararla stava per essere tolto: due orribili resistenze da 15 Kohm messe in serie per un totale di 30 Kohm, le quali sono state sostituite da una più appropriata ed esteticamente congeniale resistenza d’epoca del medesimo valore: la sua funzione è di prelevare i 100 volt dai 230 volt del circuito che alimenta l’anodica delle valvole, per la tensione delle griglie schermo della 6K7G e 6TE8G. Durante il cambio dei componenti descritti, appena lo spazio di manovra era congeniale, ho sostituito parecchi tratti del cablaggio alquanto malconcio per via delle innumerevoli modifiche svolte sempre dal nostro simpatico signore, ossia è stato sostituito del filo con guaina gialla con del tipo identico, senza per nulla intaccare l’originalità; è stato ripristinato inoltre del cavetto schermato del quale il centrale finisce con il cappuccio che và alla griglia di controllo della 6Q7G. Cambiati completamente i quattro fili che dal telaio vanno due ai terminali di bassa frequenza dell’altoparlante e due alla grossa bobina di carico attraversati da 230 volt: la plastica che li ricopriva  si era indurita ed iniziava a screpolarsi con l’alto pericolo di cortocircuito  per i due fili. I nuovi sono dello stesso identico colore e spessore di quelli che erano gli originali.

 

RESTAURO MECCANICO

 

Come interventi meccanici si è reso necessario raddrizzare il pannello bianco che crea lo sfondo alla scala parlane, ed una “ritoccata” agli attacchi dell’indicatore di sintonia orizzontale dove è agganciato il filo che comanda la rotazione ed il relativo spostamento degli induttori variabili.  Finalmente dopo un lungo e paziente lavoro, il ricevitore ha assunto un aspetto molto gradevole di ordine, pulizia ed originalità. Ho provveduto quindi, a rimontare la grossa scala parlante, dopo la sua scomposizione in due pezzi, per permettere una delicatissima spolverata con un soffice pennello da trucco per signora. Ho sostituito ai lati il nastro telato che la univa, oramai staccato, con del sottile ma robusto nastro in alluminio a bassa adesività, affinché offra un’alta resistenza allo sforzo, leggerezza e che non imbratti con il collante il bordo della delicata serigrafia della scala; per sicurezza, solo agli spigoli ho messo del classico nastro telato. Nel rimontare la scala parlante nelle quattro sedi poste all’altezza degli angoli, avevo notato che le due di destra erano state deformate per permettere l’aggancio dei due pesanti vetri; mi sono limitato a ripristinare la piegatura fatta in origine che sinceramente, offriva un aggancio non molto sicuro: piegarla di più avrebbe significato scaricare sforzi sul vetro correndo il rischio di un distacco o peggio ancora di una rottura. Una volta assicurato un uniforme appoggio sui quattro lati, ho provveduto a fissare l’angolo in basso a destra con un giro di un sottile ma robusto filo di rame, assicurando un bloccaggio molto più sicuro della piegatura dell’appoggio stesso.   

 

TARATURA E COLLAUDO

La taratura della media frequenza è già stata descritta nella parte del restauro elettrico. Ho iniziato con la messa in scala delle OM1, tramite il compensatore n°11 della sezione oscillatrice, tarando per la massima uscita il segnale generato dall’oscillatore modulato a 550 khz, verificando a 850 khz che tutto era in ordine; non è stato necessario tarare il padding della bobina della sez. oscillatrice. Per la messa in accordo, tramite il compensatore n°16 d’entrata per le OM1, è stato tarato per la massima uscita a 850 khz e verifica a 550 khz della sensibilità. Per le altre bande si è proseguito così:

OM2: messa in scala a 950 khz, controllo a 1450 khz;

OC1: messa in scala e messa in accordo a 8 mhz;

OC2: messa in scala e messa in accordo a 12 mhz;

OC3: messa in scala e messa in accordo a 18 mhz.

Dopo aver completato l’allineamento delle alte frequenze, mi sono reso conto che questo gruppo Nova P1, per poter funzionare al meglio, sia necessario che le MF siano tarate molto precise e selettive a 465 khz, quasi ad avere pochissimo margine per la sintonizzazione delle stazioni. E’ solamente in queste condizioni che il ricevitore esprime la sua massima sensibilità e selettività di ricezione. In seguito ho tarato il filtro passa-basso posto all’entrata dell’AF: con il segnale dell’oscillatore alla frequenza di 21 mhz, la frequenza di ricezione più alta della 547, ho ruotato il nucleo dell’induttore fino alla massima ricezione del segnale: in questo modo ho compensato anche la spira mancante come precedentemente descritto. Finalizzate tutte le operazioni di taratura, ho iniziato il collaudo del ricevitore tenendolo acceso per due ore di seguito. La cosa sorprendente è l’estrema selettività con cui lavora questo supereterodina, difficilmente riscontrabile nella sintonia a capacità variabile. Specie in OC, sembra di avere a che fare con un ricevitore professionale per radioamatori, dove ogni piccola manovra viene sfruttata per ricevere il segnale pulito ed esente da disturbi vari. Notevole è l’apporto del filtro passa basso: di solito, nel mio laboratorio, qualsiasi ricevitore in OM capta i classici disturbi dei neon e di motori elettrici in generale, mentre con questo filtro vi è una riduzione di un buon 60% di tali disturbi. Il suono è caldo e possente, tipico delle valvole, ottima l’escursione del controllo dei toni. Per il resto, nessun problema di sorta dovuto all’alimentazione e surriscaldamenti vari.  

 

 

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