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Radialva Super Chic anno 1938 nazionalità Francese per il mercato Italiano

Nonostante i suoi 65 anni, questa Radialva Super "Chic"sembra guardare il futuro con imponenza, non curante del processo tecnologico che l'ha portata ad essere oggetto di collezione

 

Radialva Super Chic anno 1938 nazionalità Francese per il mercato Italiano

 

Le scritte della scala parlante in Italiano

Anche se prodotta in Francia, ha le scritte della scala parlante tutte in Italiano, città Francesi e Parigi compresa!!!

 

Radialva Super Chic anno 1938 nazionalità Francese per il mercato Italiano

 

Radialva Super Chic anno 1938 nazionalità Francese per il mercato Italiano

 

Radialva Super Chic anno 1938 nazionalità Francese per il mercato Italiano

La Radialva durante la fase di restauro: partendo da sinistra le valvole sono la ECH3 oscillatrice/convertitrice, la EF9 amplificatrice MF, la EL2 finale di potenza BF, la CY2 rettificatrice, dietro la MF la EBF2 rivelatrice e preamplificatrice BF

 

Radialva Super Chic anno 1938 nazionalità Francese per il mercato Italiano

Da notare a sinistra la grossa resistenza avvolta a mano per la notevole caduta  di tensione al fine di permettere l'alimentazione in serie delle valvole.

 

Radialva Super Chic anno 1938 nazionalità Francese per il mercato Italiano

Questo relè permette l'accenzione delle luci solamente al momento che la radio inizia a ricevere....è suggestivo!!

 

Radialva Super Chic anno 1938 nazionalità Francese per il mercato Italiano

 

RADIALVA SUPER CHIC: UNA FRANCESE CHE PARLA ITALIANO

 

Ho scoperto, quasi per caso, che la famosa azienda di Parigi "Radialva" produsse alcuni modelli destinati al mercato Italiano. Ne è un esempio l'esemplare in mio possesso, con le scritte della scala parlante in lingua Italiana (FOTO 1). Questo modello fu prodotto in Francia verso la fine degli anni '30, testimonianza di ciò sono i componenti con le targhette scritte in lingua Francese. Appena avuta davanti agli occhi, mi sono reso conto di avere a che fare con una radio accattivante e di sicuro fascino, sia dal punto di vista estetico che progettuale, sempre riferito all'epoca in cui fu prodotto. Il mobile è in bachelite maculata con tre splendide manopole sfaccettate; le dimensioni sono medio piccole, il design decisamente d'avanguardia. La scala parlante è sospesa anteriormente alla griglia dell'altoparlante, anch'essa in bachelite marrone, ed è sorretta ai lati dallo chassis. A sinistra c'è la manopola che comanda l'accensione ed il volume, al centro la sintonia e a destra il cambio gamma.

 

CIRCUITO ELETTRICO

 

Il ricevitore è un supereterodina a 5 valvole, le gamme operative sono la OM OL, le OC sono suddivise in due bande. All'entrata del circuito troviamo la ECH3, un triodo esodo con la funzione di oscillatore/convertitore di A.F.; a seguire la EF9, in qualità di amplificatrice M.F, la EBF2 come rivelatrice e preamplificatrice BF e come finale audio la EL2, infine come raddrizzatrice di tensione la CY2, non presente al momento dell'acquisto e sostituita da due diodi 1N4007 e resistenza di carico per simulare l'assorbimento del filamento. Le valvole ECH3, EF9, EBF2 fanno parte della serie rossa della Philips. L'alimentazione è a 110 volt senza trasformatore, cosa un po’ rara nei circuiti dell'epoca; l'accensione dei filamenti è in serie anche ad una grossa resistenza da 305 Ohm 13 watt (FOTO 2 A SINISTRA), al fine di avere una caduta di tensione di 61 volt dai 110 volt della rete e di alimentare con l'esatta tensione i filamenti delle valvole. Applicando la legge di ohm: volt di rete - volt totale filamenti= 110 - 48,9= 61,1 volt di caduta  per trovare il valore di R= volt di caduta : intensità filamenti  R= 61,1 : 0,2= 305,5 ohm; per trovare il valore della potenza in watt= volt x ampere =  61,1 x 0,2= 13 watt. La tensione anodica raddrizzata dalla valvola CY2 viene direttamente prelevata dalla tensione di rete e raddrizzata dalla valvola CY2. Una rara caratteristica di questo circuito è la presenza di un relè ben dimensionato (FOTO 3), il quale permette l'accensione delle luci della scala solo al momento in cui la radio inizia a ricevere. Purtroppo nello schema* che sono riuscito a trovare non è presente tale relè, ma analizzando il cablaggio dell’apparecchio il funzionamento è alquanto intuitivo: l'avvolgimento che provoca la chiusura elettromagnetica svolge la funzione di resistenza di carico tra la differenza di potenziale del negativo degli elettrolitici di filtro (4 volt negativi) e la massa del telaio e quando il riscaldamento delle valvole provoca la circolazione di corrente anche nella bobina del relè, vi sarà quell'energia elettromagnetica che permetterà di chiudere, tramite l'attrazione dei contatti, il circuito che andrà ad alimentare due lampadine da 12 volt poste in serie, anch’esse dalla stessa tensione che alimenta il relè; avranno anche loro il ruolo di resistenza di carico con conseguente passaggio di corrente, e la conferma è che se una delle due lampadine è bruciata, la radio non riceve, inoltre, anche se il loro  voltaggio è superiore ai 4 volt, si accenderanno ugualmente poichè la loro resistenza è superiore rispetto a due lampadine in serie di minor voltaggio, le quali provocherebbero la quasi totale fuga a massa della tensione negativa senza avere quella resistenza necessaria per l'accensione del filamento. Tutto questo si verifica al momento che vi sarà circolazione di corrente una volta riscaldate le valvole, e come per magia, al momento che si accendono le luci la radio suona, creando un'atmosfera molto suggestiva.

 

 

RESTAURO 

La Radialva "Superchic" si è presentata ai miei occhi in ottimo stato ma solo parzialmente funzionante, mancava la valvola rettificatrice CY2 sostituita da uno zoccolo svuotato con due diodi 1N4007 ed una resistenza di carico per simulare l'assorbimento del filamento; la ricezione era quasi nulla ed a tratti si sentiva basso e distorto anche a tutto volume. Avevo inoltre notato un eccessivo surriscaldamento nella parte bassa del fianco sinistro del mobiletto in bachelite. Smontato il telaio dal mobiletto, ho subito capito che la causa era l'estrema vicinanza della resistenza da 305 ohm 13 watt che, come precedentemente descritto, serve per la caduta di tensione necessaria all'alimentazione in serie delle valvole. Tale resistenza è' stata costruita avvolgendo a mano del tungsteno su due barrette a forma di parallelepipedo poste l'una fronte l'altra di un apposito materiale isolante e ignifugo, e fissata a bandiera (FOTO 3) in comune con un'altra resistenza ceramica tramite una linguetta di metallo; inoltre il primo e grosso condensatore di filtro presente da 47 mF era posto al di sotto e molto vicino, impedendone un congeniale posizionamento, provocando inoltre con il suo calore emanato, lo scioglimento del dielettrico del condensatore a carta da 5000 pF inserito come filtro di rete sotto la zoccolo della valvola rettificatrice CY2. Resomi conto dalle saldature che i due condensatori elettrolitici di filtro erano già stati precedentemente sostituiti, ho deciso di toglierli totalmente per inserire due nuovi assiali molto più piccoli per la necessità di avere spazio al fine di riposizionare, tramite piegatura del supporto della resistenza, la stessa più distante dal mobiletto: non avrebbe avuto senso occultare i nuovi al loro interno visto che non erano gli originali. Lo stesso discorso è valso per il condensatore a carta da 5000 pF posto a filtro di rete, lasciarlo in sede disattivato per mantenere l'originalità  avrebbe provocato nuovamente la continuazione del suo scioglimento per il calore emanato dalla resistenza, imbrattando di catramina l'interno della radio, tenendo presente che i moderni condensatori al poliestere sono talmente più piccoli che vengono nascosti con molta facilità. Quindi come primo intervento per la parte alimentatrice, ho sostituito i due elettrolitici da 47 mF con due assiali dello stesso valore: il condensatore da 5000 pF posto all'entrata rete luce e saldato sotto lo zoccolo della rettificatrice CY2 è stato sostituito con uno di pari capacità al poliestere ma molto più piccolo e facilmente occultato. A quel punto ho avuto a disposizione lo spazio necessario per riposizionare la resistenza verso il telaio scostandola dal mobiletto affinché il calore provocato dalla stessa non lo surriscaldasse, incrementando, e non di poco, l'areazione del circuito sotto il telaio. Per riposizionare la resistenza, ho eseguito la piegatura della piccola piattina che la sostiene a bandiera, facendo uso, con molta attenzione, di apposite pinze a becco, consapevole che la composizione del materiale trattato non avrebbe permesso altri interventi per correggere la piegatura. Ho proseguito misurando la capacità di tutti gli altri condensatori sottoposti ad un maggiore stress elettrico e risultava in forte perdita il famigerato "condensatore" che disaccoppia la tensione con la BF tra l'anodo della rivelatrice EBF2 e la griglia di controllo della finale di BF EL2, con valore di 22.000 pF: esso era la causa per cui la radio riceveva basso e distorto. Il nuovo condensatore al poliestere di forma parallelepipeda, è stato occultato molto bene all'interno di una intercapedine lasciando in un primo momento l'originale disattivato dalla parte della griglia della finale di BF: ma nella fase di collaudo è stato oggetto di alcuni problemi di ricezione poichè il dielettrico aveva perso quasi totalmente la sua carattesistica d'isolamento e stando il suo involucro a contatto con la parete del telaio, provocava forti scariche, verificato anche con il passaggio all'esterno del contenitore con un cacciavite; a quel punto ho deciso di toglierlo totalmente, ripristinando un corretto funzionamento del ricevitore senza minimamente disturbare l'estetica, visto che il nuovo è stato nascosto molto bene. Ho proseguito rimettendo le luci della scala parlante le quali erano totalmente assenti, due da 12 volt in serie: anche in questo caso come precedentemente descritto, oltre che il relè, il loro ruolo è di resistenza di carico per tensione negativa, tra il telaio ed il meno degli elettrolitici di filtro, accendendosi al passaggio di corrente. Molta pazienza e precisione è stata necessaria per la taratura meccanica della molla del relè (FOTO 3 ) che tiene aperti i contatti prima che la radio si accenda e riceva: se troppo tirata, la forza dell'elettrocalamita non era su sufficiente per azionare la chiusura dei contatti, se troppo debole, anche con una minima corrente, il relè chiudeva quasi subito per accendere le luci. Alla fine, dopo decine e decine di prove, sono riuscito a trovare quel giusto equilibrio per cui il ritardo per l'accensione delle luci è di pari passo con il momento che la radio inizia a ricevere. Come ultimo intervento, ho inserito la valvola rettificatrice CY2 non presente, facendo svolgere il suo ruolo ad un antiestetico ma efficace zoccolo svuotato con due diodi e relativa resistenza per simulare l'assorbimento del filamento il quale permetteva, anche se provvisoriamente, di far funzionare la radio. Per quanto riguarda il mobile, viste le ottime condizioni, è stata sufficiente una pulizia con una spugnetta umida.

 

COLLAUDO 

Passo dopo passo, finalmente la radio è ritornata ad avere quel giusto equilibrio circuitale al fine di consentire una certa stabilità di funzionamento. Per la parte alimentatrice, molto efficaci si sono dimostrati gli interventi per recuperare lo spazio necessario all'aerazione, la grossa resistenza per la caduta di tensione dei filamenti ora ben posizionata, no dà più problemi di surriscaldamento al mobiletto in bachelite ed ai componenti che, prima del restauro, erano posizionati estremamente vicini: tenendola accesa più di un ora e mezza, il calore sprigionato non ha dato nessun tipo di inconveniente. Per quanto riguarda la ricezione le stazioni ricevute in OM e OL risultano alquanto pulite e forti con un ottimo rapporto segnale rumore di fondo tipico dell'AM; stesso discorso vale per le OC, considerando anche il fatto che questa banda è ad uso quasi esclusivo per la ricezione di stazioni estere, quindi molto più soggette a disturbi o variazione dell'intensità di segnale con cui vengono ricevute.

 

 

 

* lo schema è della Radialva B407, ha in più il trasformatore e l’occhio magico, la valvola rettificatrice 1883 invece della CY2 e non è presente il relè.

 

 

SCHEMA ELETTRICO

Stefano V.

 

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