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           PHONOLA 551: UNA VALIGETTA……..MOLTO PARTICOLARE             

Mi sono imbattuto, qualche tempo fa, in una radio alquanto particolare, forse un’icona di quanto i progettisti a cavallo degli anni ‘30 e ‘40 volessero rendere trasportabili i ricevitori radio.

Il modello in questione è una Phonola 551 risalente al 1940.  Già al primo colpo d’occhio si nota che il mobile è rappresentato da quell'oggetto indispensabile per ognuno di noi quando viaggia: la valigia, con dentro tutto il necessario: un circuito e delle valvole;  pensando che negli alberghi o in altri luoghi  un’emissione sonora può essere di disturbo, ecco esserci, oltre all’altoparlante, una possente presa per l’ascolto radiofonico in cuffia. Trovandoci nel periodo bellico della seconda guerra mondiale in cui fù prodotto questo modello, è da considerare che l’albergo poteva essere il rifugio antiaereo e la cuffia un accessorio onde evitare che qualcuno s’accorgesse dell’ascolto radiofonico, visto il divieto imposto dal regime. A conferma di ciò, una targhetta trovata sul retro con su scritto “Scampata ai bombardamenti di Verona nel 1944” ed una scritta alla base metallica della valvola finale 6V6 “Balilla”. Il mobile, in ottimo stato, non ha necessitato di particolari restauri all’infuori di una pulizia generale; esso è in legno ricoperto interamente dal classico tessuto avana molto usato a quei tempi per la coperture delle valige, nella parte alta è presente una maniglia in metallo ricoperta in pelle, il fondale è in masonite  incernierato nella parte superiore con  una striscia di pelle, onde permetterne il movimento per l’apertura; nella parte inferiore sono presenti due chiusure di pelle le quali si agganciano tramite automatici al fondo del mobile. Nella parte anteriore sinistra c’è la griglia dell’altoparlante completamente in alluminio; dello stesso metallo è la  parte destra,  la bordatura delle manopole e della scala parlante,  del logo con scritto “Phonola” posto al centro della stessa che ha anche la funzione di indicatore di sintonia. La scala parlante, di piccole dimensioni, sembra essere di materiale resinoso molto robusto, ed è chiaro che con l’impiego di materiali vetrosi avrebbe avuto ben poca durata nei vari spostamenti! Sotto di essa sono presenti tre comandi, che da sinistra a destra sono l’accensione e relativo controllo di volume, il cambio gamma ed infine la sintonia.

Il circuito è un classico supereterodina a 5 valvole:

La parte elettrica della radio risultava integra ma con cattivo funzionamento a causa di alcuni condensatori che, come di solito, dopo molti anni vanno in avaria. Ho provveduto, in un primo momento, alla sostituzione di un elettrolitico di fuga BF da 22mF tra il potenziometro e la massa che provocava un ronzio tambureggiante appena veniva alimentato il circuito; in seguito ad ulteriori controlli con il capacimetro, risultava in perdita il condensatore di accoppiamento da 22.000 pF tra l’anodo della rivelatrice/preamplificatrice EBC3 e la finale di BF 6V6GT. Ho sostituito inoltre, il condensatore di filtro da 5.000 pF posto all’entrata del cordone di alimentazione, gli elettrolitici a carta di filtro, ed esattamente tre da 10 pF anche se sembravano in buono stato: con il tempo avrebbero potuto, data la loro età, andare in corto durante il funzionamento e compromettere seriamente la valvola rettificatrice, oltre alla stabilità del circuito stesso. Mentre stavo effettuando le dovute prove, mi ero accorto che non vi era ricezione in onde corte, e solo in seguito ad un lungo e paziente esame del gruppo di AF, avevo riscontrato un condensatore di fuga da 22.000 pF posto tra la bobina dell’oscillatore per OC e la massa in parziale corto circuito. Per la massima conservazione originale della parte elettrica, i vecchi condensatori sono stati lasciati nella loro originaria ubicazione, disattivandoli staccando uno dei due terminali e cercando il più possibile di occultare il nuovo componente. Un particolare che mi ha sorpreso è che, anche in mancanza di un aereo esterno, la radio riceve perfettamente, ma il motivo c’è: tramite un condensatore di accoppiamento, la radio sfrutta lo stesso cordone di alimentazione come antenna, ed allo stesso tempo è fornita di una presa che scollega il cavo dell’alimentazione dando la possibilità di connettere l’antenna esterna. Un’altra particolarità è la presenza di due trasformatori d’uscita: uno a bassa impedenza per l’altoparlante, l’altro ad alta impedenza per le cuffie. La ricezione della Phonola 551 è suddivisa in due gamme d’onda, OM ed OC, oltre alla posizione fono. Vorrei fare un particolare ringraziamento a Luca Rossi, partecipe dell’entusiasmo di questo restauro: sono state determinanti le sue indicazioni per individuare il guasto che non permetteva la ricezione delle onde corte.

 

SCHEMA ELETTRICO

COMPONENTI

PIEDINI VALVOLE

 

Stefano V.